mercoledì 26 aprile 2017

CORSI E RICORSI STORICI 25 APRILE







ho messo i Beatles per rallegrare il mio animo
erano la colonna sonora della mia vita e dell'amore che stavo vivendo, un amore troppo importante per me che non volevo legami/ sono una fuggitiva di amori-legami e quando mi ci trovo metto in moto una macchina infernale in cui o si fugge o si muore e così distruggevo e tuttora distruggo ogni approssimativo senso di qualsiasi legame anche di amicizia fraintesa ovvero di quelle che ti soffocano, io che amo la solitudine e non essere scocciata da attenzioni di cui faccio a meno, io che sono megalomane di me stessa poichè mi amo moltissimo e non c'è posto per nessuno, salvo amicizia rara che sto coltivando con persona intelligentemente attenta e sensibile che c'è e non c'è e lascia spazio lascia respiro/
ho voluto lasciar passare il 25 aprile s.Marco e festa della Liberazione perchè mi sarei scontrata con chi ne parla ma non l'ha vissuta come me che ho visto morire persone mitragliate, io che ero la Lola, staffetta dei partigiani della brigata Pasubio di cui mio fratello Marco ne era il comandante con il sopranome  Scaja, io che ho vissuto in prima persona la fuga dei tedeschi da Verona per il Brennero che uccidevano spietati chiunque si parasse davanti, noi che siamo stati gli ultimi ad essere liberati bloccati dalla Linea Gotica, noi che resistevamo ai repubblichini fascisti di Salò, ragazzotti e criminali che sparavano al minimo sospiro, noi che una sera si' e una no ci mettevano al muro della Colombara perchè sapevano essere base di rifornimento dei ragazzi renitenti alla leva, i partigiani appunto che hanno fatto guerra ai fascisti e ai tedeschi, una guerra senza scampo amara, che ci ha rubato la giovinezza, ma esaltante proprio per gli ideali che portavamo nel cuore come una bandiera... oggi piccole cretine con arie letterarie che non hanno vissuto nulla di quella tragedia, ne parlano e ne scrivono con la dovizia di chi non sa/ belle incoscienti ricche felici, letterate di provincia che si pagano gli editors che non sanno che per essere scrittori come un Lucio Mastronardi il mio cognatino amatissimo e l'amico Giuseppe Berto, bisogna aver sofferto e soffrire, perchè l'arte dello scrivere vuole dolore e umiliazione e dolore ancora per poter scrivere del dolore dell'umiliazione e della vergogna di soffrire... tutta l'arte diviene arte solo attraverso sofferenza e può descrivere il dolore e l'amarezza del vivere...e per questo probabilmente che voglio stare sola e che la mia beata solitudine sia la mia magnifica compagna e che il silenzio della mia casa interrotto solo da note musicali soffuse, mi ispiri le mie barche vaganti su un mare di luce gonfie di vele piene di vento/ sono questi i frammenti che coronano la mia vita che pare solitaria ma che invece è piena di quel fulgore che regala solo una perfetta solitudine rumorosa di silenzio, un silenzio in cui navigano ininterrotti i miei ricordi assoluti.
lolita