venerdì 13 dicembre 2013

AMORE DI POTATURA

mi permetto cara e gentilissima signora di aprire questo contesto letterario,
sperando naturalmente che lei sappia che cosa sia un contesto che non è, la prego, una contestazione, offrendole un mazzo di fiori colorati e piacevolmente in rilievo dallo sfondo blu, per lei che di fiori se ne intende e che penso abbia fatto una particolarissima specializzazione e studio presso quella famosa sede universitaria albanese dove molti docenti italiani hanno conseguito lauree auree, e abbia acquisito il master per coltivare rose di ogni tipo e forma ottenendo sempre 150 e lode e sopramerito/
e dalla sua innata scienza, mi permetto ancora gentile e illustre signora, è scaturita la voglia di potare gli arbusti di rose che ornano il nostro ormai striminzito giardino antistante il condominio, proprio adesso in cui ci sono delle profonde gelate e il termometro va allegramente sotto zero/
le piante, gli arbusti, come lei ben sa e come avrà studiato, quando vengono sollecitati da una robusta potatura che lei ha intelligentemente e diligentemente con brutale forza ha fatto con lume scientifico, per cui saranno spinte a "lavorare" per emettere  butti e getti e polloni, onde rinverdirsi e rifiorire/
si da' il caso, e mi permetta graziosamente di mettere in evidenza questo fatto, che questa potatura DEVE essere fatta con temperature più miti agli albori della primavera incipiente, onde sollecitare la fioritura e l'irrobustimento e facilitare la fioritura di queste magnifiche piante/
spero tanto che queste piante mozzate e dilaniate da tanto fervore dalla sua tragica e non troppo delicata mano abituata a forconi e tronchesoni da boscaglia selvaggia, siano protette dai DEVA spiriti della natura che con le loro energie amorevoli e provvide, proteggano tanto accanito scempio dal freddo e dal gelo, per poterle, speriamo tanto, ammirarle nel loro fulgore di fioritura/
penso che l'università oltremare da lei frequentata forse per una dimenticanza non l'abbia istruita sui tempi di potatura: tutte e piante da fine autunno dormono il sonno degli angeli per ricuperare le forze spese durante l'estate/ devono essere lasciare in pace e coperte per evitare di essere devastate dalle basse temperature, per poi rispuntare piene di energia ai primi tepori della bassa primavera/
mi sconvolgo nel vedere questi rami feriti che si protendono verso il cielo da netti tagli blasfemi, esposti a tutte le intemperie invernali; spero solo che i Deva abbiano provveduto a tiepide coperte e li abbano imbacuccati come bambini coccolandoli e consolandoli da tanto dolore ma sopratutto spavento... non glielo hanno detto che le piante sentono, capiscono e svengono dalla paura e che adorano la musica? e adorano pure le dolci parole che si devono dire ogni volta che ci si approccia a loro?
mi sa che debba cambiare università e aggiornarsi con altri master, magari scgliendone una in Lapponia o nel Burundi, che ne dice?
lolita