mercoledì 11 marzo 2015

ma che bambola!



costruisco bambole quando non dipingo o scrivo
è una passione che coltivo da quando ero piccola
allora ai miei tempi avere un regalo oltre ad essere buoni
si fa per dire, per Natale si ricevevano regali all'insegna
dell'economia e della moda di quei tempi.
per cui Ciccio il bambolotto tanto amato di cartapesta, ma con la testina di porcellana con occhi che si chiudevano, già era un
giocattolo di mia cugina la terribile e antipatica Andreina che scartandolo, più grande di me, me lo avevano appioppato.
io l'ho amato subito con quelle manine rosicchiate e la testa un po' a ciondoloni, gli occhietti strabici volonterosi nel guardarmi, a me sembrava così, e ogni benedetto Natale a Genova dove ho passato l'infanzia, me lo si proponeva rivestito con un nuovo grembiulotto, le manine sbocconcellate nascoste in delicati muffole della stessa stoffa del vestitino, i piedi pure sgrattognati calzati di scarpette di lana fatte a ferri, e, grandi Numi!, gli mettevano la cuffia tutta a galle e trine e io impazzivo di gioia genuina a rivederlo nella splendida rivestitura e mi sembrava nuovo, nuovo di pacca, specie quando nel eccesso spendereccio di mia madre avarissima su certe cose transitorie come i giocattoli, gli si cambiava la testa dal aggiustagiocattolaio di turno che dopo trattative infinite accettava il compenso striminzito che usciva dal borsellino materno, e rimetteva una nuova testina con occhi mirabili un'espressione un po' diversa dalla solita, ma non importava nulla a me la ricevente di simile tesoro, proprio nulla tanto ero felice di riaverlo dopo una misteriosa scomparsa prenatalizia...
che ingenuità, che amore di bambina ero, innocente e credulona che si beveva tutte le fandonie che i grandi raccontavano, ma poi ci ho messo presto a diventare furbina e poi un po' più svelta a scoprire
le bugie, le meschinità della gente e dei parenti serpenti...
e ora che dovrei alla mia età diventare ancora bambina, mi mancano solo 13 anni ai 100 anni, mi ritrovo ad essere ancor più viperina di allora, con la voglia di avere ancora giocattoli e mi è facile acquistarli scusa dei miei nipoti, ma per me è ancor più bello e amoroso costruirmi bambole sfacciate e capellute che nella loro bambolesca ironia hanno un quid di straordinario fascino tutto femminile inquietante, assurdo come le voglio: 
bambole vendicatrici della mia infanzia racchiusa nei salotti chiaccherosi delle zie e piene di dispetti dei cugini, con le merende
fatte di pane burro e zucchero e tacere se gli altri si ingozzavano di torte... sono tutti morti stecchiti e io col mio paneburrozucchero da orfanella sono ancora qui a raccontarmela ridacchiando e sogghignando, perchè da allora sono diventata un po' più furbina e accorta tanto da fare un contrattino per vivere ancora alla mia maniera alla Maxwell si intende, ironica e irriverente come son divenata, peggio di Cecco Angiolieri!
lolita