sabato 25 aprile 2015

25 APRILE 1945




mi ricordo di quando a Monteforte d'Alpone in provincia di Verona
eravamo ancora occupati invasi dai tedeschi impazziti in ritirata in
fuga verso il Brennero che sparavano all'impazzata su qualsiasi cosa
si muovesse e dai repubblichini fascisti-ragazzi dell'ultima ora di Salò, crudeli e feroci con il mitra più alto di loro...
e noi alla Colombara in attesa degli americani e il cannone che sparava con un rombo cupo ogni 10 minuti per spianare la strada ai liberatori assieme ai partigiani nostri ragazzi...
e io che ero loro staffetta con i messaggi nelle trecce, una bambolona con i fiocchi nei capelli che si spostava in bici senza dare nell'occhio e salivo e scendevo le colline venete verso Illasi e Costalunga dove mi rifacevano le trecce mettendo altri messaggi 
e così all'infinito e io felice di fare qualcosa con gioia e orgoglio per mio fratello Marco detto "Scaja"(scheggia), aiuto comandante della brigata Pasubio, partigiano dichiarato che poi, finita la guerra riceveva una pensione proprio per quella sua attività di coraggio e dedizione in cui fu ferito e nascosto in una operazione antinazista e antifascista, pensione che mi devolveva regolarmente ogni mese da fratello che riconosceva in me una sorella speciale da aiutare sempre. Devo a lui se sono entrata in redazione in Rizzoli e devo a lui la coscienza e l'onore, perchè era un uomo speciale, peccato che sia morto giovane nel 1971 a 48 anni e mi ha lasciata sola.
e così ricordo la Liberazione a maggio per noi in Veneto e non vi dico che festa quando abbiamo visto i carri armati dei bei ragazzi biondi e neri degli americani che ci gettavano chewingum, cioccolato e sigarette sorridenti e bellissimi...
e noi a fare festa e tirare fuori tutte le provviste e tanto vino e salami succulenti.. alla sera tutti ciucchi! ma felici!
io l'ho vissuta la guerra e avevo allora 16 anni, una bella ragazza mora che sperava in un futuro nuovo e diverso.
ora si parla di guerre e di terrorismo ma non sanno che cosa è stata per noi gli anni di guerra sfollati impauriti con tanti bombardamenti e poco cibo, ma eravamo ragazzi e ci bastava poco per essere felici.
cercate di parlare di pace costi quello che costi
e le guerre lasciamole stare
sono brutte orrende e spaventevoli
facciamo costruire la pace per tutti e cerchiamo di essere tolleranti
e pazienti piuttosto che essere in guerra.
è quello che cerco di fare io per quello che posso
e di portare pazienza con chi non sa nulla del tempo delle Resistenza, che non la fanno studiare a scuola, e i ragazzi sono bravi solo con tablet e altre diavolerie tecno.
ma sono giovani e il nostro futuro che per averlo tante vite giovani e felici si sono sacrificate morendo ai quali diciamo grazie solo una volta all'anno
e a mala pena
lolita